
Nonostante le bonifiche ed i miglioramenti fondiari a scopo agricolo che negli anni passati hanno inciso pesantemente sotto il profilo geomorfologico, l’area si presenta ancora per quasi 100 ha, laghi compresi, ricoperta dalla fitta vegetazione palustre tipica degli stagni mediterranei costieri, debolmente salmastri.
Nel caso specifico, poi, i cordoni della vegetazione palustre quasi si saldano con la rigogliosa macchia mediterranea bassa, che si inerpica e ricopre i costoni calcarenitici che precipitano quasi a strapiombo in contiguità con le sponde dei laghi.
Da Mazara del Vallo verso Torretta Granitola si susseguono il Lago Preola ed i Gorghi Alto, Medio e Basso, riempiti dalla falda affiorante lungo la epressione di origine carsica (sul Carsismo nell’area vedi lo studio di G. Cipolla, 1934, che documenta in zona lo scioglimento per azione dell’acqua della falda freatica degli strati superficiali ma non affioranti di gessi, ed il conseguente sprofondamento della soprastante volta di roccia calcarea).
La stessa origine è ipotizzata per il Lago Murana, il più vicino a Mazara del Vallo, ma ormai da decenni vuoto, e per i Catafossi, sprofondamenti conici le cui pareti calcaree si presentano fittamente ricoperte da macchia mediterranea.
Anche il Preola del resto, il più grande dei bacini, va periodicamente incontro storicamente a fasi di essiccamento estivo-autunnali, dovute all’abbassamento della piezometrica di falda.
L’Ente Gestore dal momento che si è insediato, per cercare di risolvere questa problematica, sta svolgendo una forte azione tesa alla regolarizzazione e a un deciso contenimento dei prelievi dalla falda a scopo irriguo.
Il problema segnalato ai competenti uffici del Genio civile di Trapani viene guardato anche sul piano della ricerca scientifica con studi che sta conducendo, per conto dell’Ente Gestore, il Dipartimento di Chimica e Fisica della Terra dell’Università di Palermo, dai cui risultati verranno dei suggerimenti utili anche sulla fattibilità di alcuni progetti che puntano all’alimentazione del lago Preola con fonti di acque esterne al bacino idrogeologico, nei periodi in cui esso va incontro al rischio di essiccamento.